Mercoledì 10 settembre la sala di Casa Regina Pacis era pienissima: sostenitori a distanza, amici di lunga data e tanti curiosi hanno partecipato all’incontro con suor Natalina Isella e la giornalista Antonella Barina, autrice del libro Donne dell’altro mondo. Nove protagoniste di umanità ed eccezionale coraggio.
È stata una serata intensa e ricca di emozione. Suor Natalina ha potuto incontrare personalmente chi, anche da lontano, sostiene Casa Ek’Abana, ma anche tante persone che negli anni hanno visitato il centro o collaborato ai suoi progetti. Antonella Barina ha raccontato perché ha scelto di dare voce a suor Natalina e ad altre donne impegnate in cause solidali nel mondo, e il pubblico ha potuto ascoltare dal vivo storie e riflessioni che raramente trovano spazio sui media.
Durante il dialogo sono emersi temi cruciali:
la vita dentro e fuori Casa Ek’Abana in un contesto reso ancora più difficile dall’occupazione dell’M23 nell’est della Repubblica Democratica del Congo;
il fenomeno delle accuse di stregoneria ancora molto diffuso, soprattutto nei momenti di paura collettiva;
i reinserimenti familiari e l’affido che restituiscono ai bambini un contesto sicuro e affettuoso;
le attività con i bambini più fragili, anche con disabilità o epilessia: gioco, riciclo creativo, fisioterapia, sostegno alle famiglie.
Suor Natalina ha condiviso anche la storia di Cristian (nome di fantasia), un bambino cristiano che viveva per strada dopo la morte della madre, con il padre alcolizzato e i fratelli lontani.
Cristian è stato accolto a Casa Ek’Abana, ma inizialmente non si è riusciti a trovargli parenti disposti ad accoglierlo. Dopo una breve fuga, suor Natalina e il suo staff hanno deciso di chiedergli direttamente con chi avrebbe voluto vivere. Cristian ha indicato la famiglia di un amico musulmano, già con 7 figli e poche risorse. Eppure quella famiglia ha scelto di accoglierlo comunque, nonostante le difficoltà economiche e la differenza di religione.
Cristian ha continuato a frequentare il catechismo e uno dei figli della famiglia lo ha accompagnato. Alla fine anche questo bambino musulmano ha chiesto di battezzarsi: i genitori, inizialmente contrari, hanno poi scelto di rispettare la sua libertà di scelta.
Questa storia ci insegna che nonostante le diversità religiose e le difficoltà economiche, le famiglie possono essere pronte ad amare e ad aprire le porte del cuore.
MLFM ringrazia di cuore chi ha partecipato, Caritas Lodigiana per la concessione degli spazi di Casa Regina Pacis e l’Officina di Codogno per l’aperitivo conviviale. La grande partecipazione dimostra che il filo che unisce Lodi a Bukavu è vivo e forte.
Se non hai potuto partecipare all’incontro ma desideri comunque sostenere Casa Ek’Abana, puoi farlo qui:
www.mlfm.it/sostieni-casa-ekabana
Ogni contributo significa cure, istruzione e futuro per le bambine e i bambini di Casa Ek’Abana.