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Un incontro che ci ha riempito i cuori
Ottobre 2021
Un incontro che ci ha riempito i cuori
“Entra un po’ sperduta, una piccola donna, si guarda intorno come se fosse spaventata da tutte quelle persone sedute a semicerchio davanti a lei, nel cortile del MLFM. Un filmato parla del caso di una bambina di 12 anni, ospite di Casa Ek’Abana, primogenita di una famiglia di 6 figli. Quando c’è un problema in famiglia, come una morte, una malattia, cercano un colpevole a tutti i costi. Cosa c’è di più semplice dell'accusare una bambina della famiglia di essere una strega?”

 

Le parole di Maurizio, uno degli attentissimi spettatori presenti martedì 28 settembre per incontrare Natalina Isella, la Responsabile di Casa Ek’Abana, ci presentano una donna mite e umile, una presenza materna, ottimista fino al midollo.

Lei, Natalina è colei che nel 2001 a Bukavu ha fondato Casa Ek'Abana, la casa di accoglienza per bambine accusate di stregoneria.

CASA EK'ABANA: "NOI" E' L'UNICO PRONOME POSSIBILE

Ek’Abana, la “Casa dei bambini”, è proprio per loro: per tutte le piccole e i piccoli che, per qualche insensata accusa, sono stati cacciati dalla loro famiglie. Quando arrivano da lei, le “bambine streghe”, sono molto spaesate, necessitano di una casa, ma anche dell’aiuto psicologico che faccia dimenticare loro l’odio da cui sono state travolte.

Suor Natalina, nel suo lavoro quotidiano di cura, collabora molto con le mamme e le comunità locali, i gruppi di giovani, le parrocchie, le scuole. Non parla mai come se facesse tutto da sola, perché crede fermamente che solo insieme, nella dimensione del “noi”, possiamo superare ostacoli e barriere che paiono altissimi.

L’incontro con Suor Natalina era un momento aspettato da tempo, dopo due anni senza incontrarla, a causa del Covid-19, è stato rigenerante sentirla raccontare di come lei e tutti i collaboratori e i volontari di Ek’Abana hanno affrontato il periodo di pandemia, che per Bukavu ha significato famiglie intere impoverite e una grave emergenza alimentare, che ha colpito il Paese soprattutto nella primavera del 2020.   

Gli ospiti l’hanno ascoltata in silenzio, lasciando spazio alle sue storie, alla calma con cui è capace di raccontare situazioni di estrema difficoltà, che porterebbero facilmente una persona allo sconforto.

Nonostante i suoi 75 anni di età, Natalina sprigiona la forza d’animo di una giovane donna, è capace di vedere il bicchiere mezzo pieno, sempre, ed è questo, insieme alla sua grande fiducia nel prossimo, a renderla così forte da essere stata definita "donna di ferro" solo pochi anni fa. Natalina vive dal 1974 in Repubblica Democratica del Congo e l’incontro con lei è stato una vera ventata di coraggio e fiducia.

PASTORALE DI INTEGRAZIONE E INCLUSIONE: UN PROGETTO SPERIMENTALE

Nell’ultimo periodo, nonostante le difficoltà, Suor Natalina si è dedicata al mettere in rete le parrocchie locali per poter usufruire dei loro spazi e mettere in contatto famiglie i cui figli affrontano disabilità cognitive e motorie più o meno gravi.  "L’equivalente italiano di un centro diurno”, dice lei, che permetta alle madri e ai figli di capire che non sono da soli, che hanno dei diritti, come quello di vivere dei momenti di socialità insieme ai loro coetanei e alle loro famiglie. Che devono avere chi si prende cura di loro, che siano animatori, educatori o fisioterapisti.

Natalina ha denominato questo progetto PII, la Pastorale di Integrazione e Inclusione, un momento in cui le parrocchie mettono a disposizione i propri spazi per queste attività dedicate alle famiglie con persone con disabilità. Per ora il progetto è ancora in una fase sperimentale, ma sono già tre le parrocchie che hanno deciso di avviarlo, anche se i locali utilizzati sono ancora poco attrezzati per attività di questo tipo. Ma Natalina non si perde d’animo e per questo MLFM ha deciso, grazie anche al contributo di alcuni generosi donatori e sostenitori, di supportare la crescita di questo progetto per i prossimi tre anni.

Le risorse a disposizione permettono di garantire l'avvio del progetto, allargandolo nella sua fase sperimentale ad altre parrocchie di Bukavu, ma per poterlo implementare ed strutturare con le strumentazioni e il personale adeguato servono ulteriori risorse. 

Per questo, chiunque decida di sostenere Una Famiglia per ogni bambino, il programma di Sostegno a distanza di Casa Ek'Abana, contribuirà a sostenere anche questa nuova attività, dedicata alle famiglie con figli con disabilità fisica e/o psichica. 

“Se ho trasformato uno sguardo triste in uno sorridente, significa che stiamo riuscendo in quello che stiamo facendo”.

Natalina Isella, Responsabile Casa Ek’Abana, Bukavu, Rep. Democratica del Congo

Per informazioni su Una Famiglia per Ogni Bambino scrivi a Laura a sostegnoadistanza@mlfm.it oppure chiamala allo 0371.420766